L’oro: un buon investimento sul lungo termine?

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L’oro è stato a lungo considerato un investimento sicuro o privo di rischi. Tra il 2001 e il 2011, la sua quotazione è passata da 255$ a 1.900$, ovvero un rialzo del 745%. Durante i periodi di espansione economica mondiale, l’oro era l’investimento ideale per mettersi al riparo dagli effetti dell’inflazione. Durante le crisi economiche, l’oro era considerato come un bene rifugio. Si sente spesso dire che investire nell’oro è una sicurezza. Eppure dalla fine del 2011 l’oro è crollato, passando da 1.900$ a 1.200$. Esamineremo le ragioni di questo calo, per poi soffermarci sugli argomenti a favore e sfavore di un rimbalzo dell’oro nei prossimi anni.

Le ragioni del calo dell’oro



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Bassa inflazione


Dalla crisi economica l’inflazione nella maggior parte dei paesi industrializzati si colloca intorno all’1%. Nel 2014 l’inflazione dell’eurozona non superava nemmeno la soglia dello 0,5% su base annua e si temeva una deflazione. Negli Stati Uniti e Cina si attesta all’1,7%. Soltanto il Giappone presenta un tasso d’inflazione superiore al 3% in seguito a un cambiamento di politica monetaria. Dato che l’inflazione è bassa in tutto il mondo, il corso dell’oro diminuisce.

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Interesse per le azioni


Visto l’eccesso di liquidità sui mercati finanziari, con un allentamento monetario praticato dalle varie banche centrali, gli investitori privilegiano le azioni americane ed europee. Ritengono che la crisi sia finita. Sui mercati si assiste a una maggiore propensione al rischio; di conseguenza, gli investitori non si interessano all’oro in quanto bene rifugio.

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Aumento del dollaro


Dal 2011, inizio del crollo dell’oro, il Dollar Index presenta una marcata tendenza rialzista. In seguito ai massicci investimenti nelle borse americane e dello status di bene rifugio del dollaro, l’USD si è impennato. Dato che l’oro è quotato in dollari USA, quest’ultimo ha esercitato una pressione ribassista sul corso dell’oro.

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Domanda in difficoltà


Da fine 2013 la Cina è diventata il primo consumatore di oro. Questo è dovuto alle restrizioni sulle importazioni introdotte in India (primo consumatore storico), una misura tesa a ridurre il disavanzo pubblico. Pertanto, l’India ha consumato meno oro e, in linea generale, la domanda nel settore della gioielleria è calata in tutti i Paesi. Una minore domanda mondiale si traduce sistematicamente in una flessione per il corso dell’oro.

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Fondi indicizzati


Durante la crisi gli investitori avevano effettuato ingenti investimenti negli ETF, strumenti associati alle riserve fisiche di oro. In seguito alla ripresa economica, soprattutto negli Stati Uniti, si è assistito a vendite massicce di questi ETF. Di conseguenza, il corso dell’oro è crollato. Oggi la pressione ribassista esercitata da questo fenomeno è sempre meno importante.

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Aumento della produzione


Prima della crisi economica, sono stati effettuati notevoli investimenti per aumentare le capacità di produzione e identificare nuove miniere. Di conseguenza, la produzione è cresciuta in modo costante negli ultimi anni. L’offerta aumenta ma la domanda diminuisce , un altro fattore che spiega il calo dell’oro.

Gli argomenti a favore di un rimbalzo dell’oro



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Forte rialzo previsto della domanda


Dato che l’oro è crollato, gli acquirenti hanno a lungo posticipato l’acquisto di oro fisico per sfruttare un corso più basso. Più il corso scende e maggiori sono le probabilità di un rimbalzo della domanda, soprattutto in Asia (il principale consumatore) Questo dovrebbe quindi consentire all’oro di risalire anche se, sul breve termine, è possibile che la tendenza ribassista permanga.

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Futuro calo dell’offerta


In seguito al crollo dell’oro, molti investimenti sono stati bloccati dall’inizio della crisi economica. Le eccedenze di produzione (causate dagli investimenti effettuati prima della crisi) sono ancora presenti, ma diminuiscono a vista d’occhio. Si prevede persino un calo dell’offerta dal 2015. Questo fenomeno dovrebbe sostenere il corso dell’oro.

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Interruzione della politica accomodante da parte della Fed


Visto il ritorno della crescita e il miglioramento del mercato del lavoro, la Fed ha di recente interrotto la sua politica di sostegno straordinario all’economia. Di conseguenza, aumenterà l’inflazione sul lungo termine (e l’oro serve proprio per mettersi al riparo dall’inflazione).

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Costo di produzione


L’analista di Barclays Christopher Louney ha stimato il costo medio di produzione di un’oncia d’oro a 988 USD. Questi costi sono in costante aumento, poiché lo sfruttamento delle miniere e i lavori di esplorazione risultano sempre più cari. Per far fronte a una domanda d’oro che si prevede in aumento nel 2015, dovranno sicuramente riprendere gli investimenti, con conseguente incremento dei costi di produzione. I 1000$ dovrebbero fungere da soglia limite per l’oro.

Gli argomenti a sfavore di un rimbalzo dell’oro



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Tassi ridotti


Nella maggior parte dei Paesi industrializzati, i tassi d’interesse sono ancora su livelli molto ridotti e questa situazione rischia di protrarsi. Un tale scenario favorisce un eccesso di liquidità sui mercati finanziari e sostiene in primo luogo i mercati azionari. Il denaro non costa molto per le banche e queste ultime sfruttano la situazione per speculare nel tentativo di massimizzare i guadagni.

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La banca centrale del Giappone


La BoJ è subentrata alla Fed prevedendo stimoli monetari straordinari. Introduce massicciamente liquidità sui mercati per contrastare la deflazione che affligge il Paese da moltissimi anni e per svalutare la sua moneta (dato che il Giappone è un grande esportatore, un calo dello yen si traduce in una maggiore competitività per le aziende nazionali e questo sostiene la crescita del Paese). Per il momento sembra che la BoJ abbia vinto la sua scommessa e la politica monetaria accomodante dovrebbe essere mantenuta ancora a lungo.

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Interesse per il dollaro USA


Il dollaro USA registra un forte rialzo sul Forex. La tendenza potrebbe proseguire rispetto a numerose valute i cui Paesi non sono ancora usciti dalla crisi (soprattutto nell’eurozona). Un rialzo del dollaro favorisce un calo dell’oro. Per interrompere questa ascesa, servirebbero delle cattive notizie sul fronte della disoccupazione o della crescita che, al momento, non arrivano.

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Minori vendite dei fondi indicizzati


La maggior parte delle vendite di fondi indicizzati è già stata conclusa e questo è un fattore ribassista in meno per il corso dell’oro.

Conclusione



L’oro è un buon investimento? La fase peggiore sembra alle spalle se si considerano i fondamentali. Le forze all’acquisto e alla vendita continueranno a scontrarsi e suggeriscono una stabilizzazione del corso, seguita da una risalita nei prossimi anni. Sul breve termine, un calo resta ovviamente possibile; tuttavia, la ripresa della domanda di oro e il calo della produzione dovrebbero permettere un rimbalzo. Occorre inoltre considerare l’andamento del mercato del lavoro e la crescita negli Stati Uniti. Infatti, il calo del dollaro americano e la correzione sui mercati borsistici statunitensi dovrebbero essere i fattori scatenanti di un rally rialzista duraturo per l’oro.

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