Gli strumenti di politica monetaria

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La politica monetaria di un Paese è decisa dalle banche centrali. Le più conosciute (BCE, Fed, BOJ, BOE) sono indipendenti, mentre altre sono direttamente associate al governo, ad esempio quella cinese. Esistono tre strumenti di politica monetaria:

- Le operazioni di mercato aperto che consistono nell’intervenire sulla massa monetaria in circolazione e sugli attivi finanziari

- Le operazioni attivabili su iniziativa delle controparti che corrispondono alla politica di credito (definizione dei tassi d’interesse ufficiali)

- Le riserve obbligatorie, anch’esse volte a controllare la massa monetaria in circolazione limitando l’espansione del credito

Le operazioni di mercato aperto



Le operazioni di mercato aperto (quantitative easing) ricoprono un ruolo di primo piano nella politica monetaria dato che, oltre a orientare tale politica, permettono di indirizzare i tassi d’interesse e gestire la liquidità bancaria. Le operazioni di mercato aperto sono effettuate su iniziativa della banca centrale, che sceglie lo strumento da adottare e definisce le modalità di tali operazioni. Possono essere effettuate tramite aste standard, aste veloci o procedure bilaterali. È possibile dividere le operazioni di mercato aperto dell’Eurosistema in quattro categorie.

- Le operazioni di rifinanziamento principali, ossia operazioni di cessione temporanea (sotto forma di operazioni di pronti contro termine) destinate a fornire liquidità in modo regolare, con una frequenza settimanale e una scadenza di due settimane. Tali operazioni sono effettuate dalle banche centrali nazionali tramite aste standard e secondo un calendario predefinito. Le operazioni di rifinanziamento principali hanno un ruolo centrale nel conseguimento degli obiettivi che l’Eurosistema intende raggiungere attraverso le operazioni di mercato aperto e rappresentano il principale canale di rifinanziamento per il settore finanziario. Infatti, quando un istituto esegue operazioni di pronti contro termine, le cede temporaneamente alla banca centrale che anticipa i fondi in cambio dei titoli. La liquidità bancaria risulta di conseguenza maggiore. Queste operazioni di rifinanziamento possono anche essere a più lungo termine, con una frequenza mensile e una scadenza di tre mesi, per rispondere alle esigenze di finanziamento degli istituti di minori dimensioni.

- Le operazioni di rifinanziamento possono inoltre essere definitive. In questo caso, si tratta di vendite o acquisti di titoli, soprattutto buoni del Tesoro, da parte della banca centrale sul mercato interbancario. L’obiettivo è sempre quello di intervenire sulla liquidità bancaria, che aumenta se la banca centrale acquista titoli e diminuisce se li vende.

- le operazioni di fine-tuning non sono effettuate con una frequenza prestabilita e mirano a regolare la liquidità sul mercato e a controllare l’evoluzione dei tassi d’interesse, principalmente per ridurre gli effetti su questi ultimi causati da fluttuazioni impreviste della liquidità bancaria. Le operazioni di fine-tuning sono prevalentemente effettuate sotto forma di cessioni temporanee, ma possono anche assumere la forma di operazioni definitive, di swap in valuta o di raccolta di depositi a tempo determinato. Gli strumenti e le procedure utilizzati nell’effettuare operazioni di fine-tuning sono adeguati alle tipologie delle transazioni e agli obiettivi specifici da conseguire con tali operazioni.

- Le operazioni di tipo strutturale mediante l’emissione di certificati di debito, cessioni temporanee e operazioni definitive. Queste operazioni sono effettuate quando la banca centrale desidera adeguare la posizione strutturale dell’Eurosistema nei confronti del settore finanziario (su base regolare o meno), senza necessariamente influire sui tassi d’interesse.

I tassi ufficiali



Le operazioni attivabili su iniziativa delle controparti consentono di fornire o ritirare liquidità su base quotidiana, indicare l’orientamento generale della politica monetaria e inquadrare giornalmente i tassi del mercato.
Corrispondono alla politica di credito (definizione dei tassi d’interesse ufficiali). Esistono tre tassi ufficiali:

- Il tasso di rifinanziamento che è utilizzato quando sono effettuate operazioni di mercato aperto. Questo tasso determina quindi il costo del credito che le banche centrali concedono alle banche commerciali in cambio di attivi idonei. Questo costo varia in base agli importi di credito che la banca centrale desidera distribuire.

- Il tasso di prestito marginale che le controparti possono utilizzare per ottenere giornalmente liquidità dalle banche centrali in cambio di attivi idonei. Il tasso d’interesse dell’operazione di prestito marginale attivabile su iniziativa delle controparti rappresenta in genere un massimale giornaliero per il tasso d’interesse del mercato. Questo tasso sarà utilizzato unicamente in caso di urgenza, poiché le banche commerciali lo impiegano soltanto se il mercato interbancario diventa illiquido (come ad esempio durante la crisi dei subprime). Questo tasso è quindi superiore al tasso di rifinanziamento.

- Il tasso di deposito per effettuare depositi quotidiani presso le banche centrali. Il tasso d’interesse dell’operazione di deposito attivabile su iniziativa delle controparti rappresenta in genere un massimale giornaliero per il tasso del mercato. Corrisponde quindi al tasso di remunerazione dei depositi presso la banca centrale effettuati dalle banche commerciali. Questo tasso è quindi inferiore al tasso di rifinanziamento. Occorre notare che, diversamente dalla BCE, la Fed non remunera i depositi delle banche commerciali.

I tassi ufficiali sono uno degli strumenti che regolano le attività economiche più importanti per una banca centrale. Le consentono di sostenere la crescita, ma anche di contrastare l’inflazione.
Infatti, minori sono i tassi ufficiali e maggiore è la capacità di una banca commerciale di offrire ai propri clienti dei ridotti tassi d’interesse. In questo modo, l’attività economica del Paese diventerà più solida, grazie a un aumento della liquidità nel circuito finanziario.
Al contrario, un aumento dei tassi ufficiali mira a limitare la domanda di liquidità delle banche. Nella maggior parte dei casi, l’obiettivo è quello di contrastare l’inflazione per evitare un surriscaldamento dell’economia.

Occorre inoltre notare che i tassi ufficiali influiscono direttamente sul valore di una moneta. Infatti, maggiore è la remunerazione di una moneta (tasso ufficiale elevato) e più elevata è la domanda per la stessa.

Le riserve obbligatorie



Le riserve obbligatorie sono riserve di liquidità che le istituzioni finanziarie devono depositare presso la banca centrale.
Il sistema di riserve obbligatorie mira a stabilizzare i tassi d’interesse sul mercato monetario, a creare (o accentuare) un’esigenza strutturale di rifinanziamento e a contribuire, laddove necessario, a gestire la crescita monetaria. L’importo delle riserve obbligatorie che ogni istituto dovrà creare dipende da una percentuale dei depositi disponibili.

Ad esempio, se una banca dispone di depositi per 1 miliardo di euro e il tasso di riserva obbligatoria è pari al 10%, la banca commerciale dovrà depositare presso la banca centrale 100 milioni di euro.

Le riserve obbligatorie sono remunerate al tasso d’interesse medio, nel periodo di costituzione, delle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema. Nel 2010 questo tasso era pari al 10%.

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