Crollo del Bitcoin e delle criptovalute: febbraio 2018

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A inizio febbraio 2018 il re Bitcoin e l’intero mercato delle criptovalute sono crollati. Riferendosi a questo crack, i cripto-investitori parlano di “bagno di sangue” (“blood bath” in inglese). In pochi giorni il Bitcoin è calato da 20.000$ a 7.000$. Nel momento in cui scrivo questo articolo, nulla lascia presagire che il crack sia ormai alle spalle.

Perché il Bitcoin e le criptovalute sono crollati?



1 - Un’esigenza di correzione del mercato


La fine del 2017 era stata segnata da un’autentica ondata di ottimismo sul mercato delle criptovalute. Il Bitcoin era salito in pochi giorni da 10.000$ a 20.000$. Il superamento della soglia simbolica di 10.000$ aveva suscitato un interesse mediatico senza precedenti.

In occasione delle festività, tutti gli investitori in criptovalute hanno sicuramente parlato ai propri familiari di tali strumenti, del futuro della blockchain, delle potenziali plusvalenze offerte dalle ICO di nuove criptovalute, dei profitti che è possibile conseguire con il trading delle monete virtuali. Nonché delle plusvalenze che hanno realizzato nel 2017.
Risultato? A inizio gennaio 2018, alcune piattaforme di scambio di criptovalute sono state prese d’assalto dagli utenti, con un gran numero di nuovi conti aperti (vedere Binance: la migliore piattaforma di scambio di criptovalute?)
Sul mercato azionario si dice spesso che quando un titolo è sulla bocca di tutti, è giunto il momento di venderlo. E a inizio 2018 le criptovalute erano davvero sulla bocca di tutti.

2 - Un mercato decentralizzato che non vuole alcuna regolamentazione


A peggiorare le cose sono giunte le voci di un possibile divieto sulle criptovalute in Cina, Corea del Sud e infine in India, che hanno notevolmente allarmato gli investitori. In questi tre Paesi, i governi hanno voluto vederci chiaro e imposto il divieto di concludere transazioni anonime. Hanno inoltre cercato di regolare meglio questo nuovo mercato.

Tali voci sono state seguite da annunci infondati di ulteriori divieti, in parte smentiti, che però hanno suscitato tra gli investitori di criptovalute un sentimento di incertezza, meglio noto come “FUD” (Fear, Uncertainity and Doubt ossia “paura, incertezza e dubbio”).

Alcuni analisti di criptovalute sostengono tuttavia che l’eventuale regolamentazione del mercato potrebbe solo “giovare” agli investitori. Altri ritengono che sia impossibile vietare questi strumenti.

3 - Una piattaforma di scambio di criptovalute vittima di hacker


Il 29 gennaio 2018 degli hacker hanno violato Coincheck, la seconda maggiore piattaforma di scambio in Giappone (Paese leader in fatto di criptovalute). Questa notizia ha ulteriormente aumentato l’incertezza sul mercato. Per la precisione, l’attacco hacker ha interessato 260.000 investitori, ai quali sono state sottratte criptovalute NEM per un importo totale di circa 530 milioni di dollari.
Tuttavia, il direttore della piattaforma Coincheck si è scusato pubblicamente e ha assicurato che tutti i clienti saranno integralmente rimborsati.

4 - Timori relativi alla piattaforma di scambio Bitfinex e alla criptovaluta Tether


Come se non bastassero le pessime notizie giunte fino a quel momento, qualche giorno dopo le autorità americane hanno citato in giudizio i dirigenti della piattaforma Bitfinex e della criptovaluta Tether. Bitfinex è una delle più importanti piattaforme, con un volume totale di scambi pari a circa il 7%. Il Tether è una criptovaluta molto utilizzata dai trader e presente su tutte le piattaforme di scambio.
Queste due società sono gestite dallo stesso direttore generale. La “Commodity Futures Trading Commission” voleva quindi vederci chiaro.

Tuttavia, non è questo ad aver allarmato l’agenzia americana, bensì il fatto che il Tether non ha mai dimostrato di detenere sufficienti fondi in dollari USA per garantire la sua solvibilità. E guarda caso, il 27 gennaio è stata interrotta la collaborazione con la società che doveva condurre la revisione dei suoi conti.

La paura di un crollo di Bitfinex e di un’eventuale scomparsa del Tether ha scatenato il panico tra molti investitori.

Promemoria: perché i trader hanno bisogno del Tether o di una criptovaluta che replica a parità una moneta fiduciaria?

5 - Voci di vendite allo scoperto


Sono circolate voci secondo cui gli investitori di Wall Street abbiano puntato su un crollo del Bitcoin, grazie soprattutto ai contratti futures Bitcoin. Potrebbe essere che l’impatto della correzione sia stato leggermente amplificato. Tuttavia, il crack del Bitcoin è stato causato principalmente dalle pessime notizie che si sono susseguite e ha provocato, a sua volta, il crollo di tutte le criptovalute. Oramai è un dato di fatto: quando cala il re Bitcoin, calano tutte le criptovalute.



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