ICO (Initial Coin Offering) sulle criptovalute

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Cosa si intende per ICO di criptovalute? Come partecipare alla ICO di una criptovaluta? Quali sono i rischi a cui ci si espone quando si partecipa alla ICO di una criptovaluta? Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande.
ICO cryptovaluta

ICO significa “Initial Coin Offering”. Si tratta della raccolta fondi iniziale che consentirà di creare, in futuro, una nuova criptovaluta.

Partecipando alla ICO di una criptovaluta, prenderete quindi parte alla raccolta fondi iniziale di un progetto. Il vostro coinvolgimento vi consente di acquistare una criptovaluta prima che la stessa sia negoziabile su diverse piattaforme di scambio.

Partecipare a una ICO è più rischioso rispetto all’acquisto di una criptovaluta già quotata. Tuttavia, ogni ICO andata a buon fine ha permesso, in genere, ai rispettivi investitori di moltiplicare l’investimento iniziale per 10 o più volte. E questo senza considerare il rialzo che normalmente segue la prima quotazione sulle principali piattaforme di scambio.

Informazione: oggi, ogni volta che una criptovaluta è ammessa alla negoziazione su Binance/Bittrex o un’altra principale piattaforma di scambio, il suo valore si impenna almeno del 30%. Alcuni trader in criptovalute non aspettano altro che questi annunci per posizionarsi.

Come partecipare a una ICO?



Prima di tutto, è importante consultare il “white paper” della futura criptovaluta. Il progetto deve essere “rivoluzionario” e “convincente”. In caso contrario, evitate di investire.

Una ICO si svolge normalmente in 5 fasi:

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Fase 1: il “whitelisting” o l’elenco degli investitori approvati


Gli investitori si iscrivono sul sito della futura criptovaluta. Si tratta in genere di una gara a chi arriva prima, assicurandosi in tal modo la certezza di partecipare alla ICO. Soltanto i primi iscritti avranno infatti l’opportunità di partecipare alla prevendita.
Per iscriversi, basta generalmente compilare un modulo e inviare una copia del passaporto.

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Fase 2: la “public presale” o prevendita pubblica


A questa prevendita possono partecipare unicamente gli investitori iscritti nella “white list” della fase 1. Durante questa prevendita vengono in genere offerti i migliori “bonus”. Ma in questa fase è disponibile solo una prima parte della raccolta fondi. Gli investitori presentano in genere un investimento minimo e massimo da non superare.

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Fase 3: la “crowdsale” o vendita aperta al pubblico


La seconda e ultima fase della raccolta fondi è aperta a tutti gli investitori. Potrebbe essere previsto un importo massimo (per evitare che grandi investitori acquistino tutte le quote).

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Fase 4: la “token distribution” o distribuzione di “token”


Gli investitori ricevono sul proprio wallet un importo X di “token” della criptovaluta. Questi “token” vengono in seguito trasformati nella criptovaluta finale.

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Fase 5: “exchange trading” o ammissione alla quotazione sulle piattaforme di scambio


La criptovaluta può essere scambiata su diverse piattaforme preposte a tal fine. Gli investitori che hanno partecipato alla ICO possono rivendere la nuova criptovaluta ad altri investitori interessati al progetto. Per i partecipanti alla ICO, si tratta in genere del momento in cui incassano i profitti. Tuttavia, alcuni trader preferiscono conservare il loro investimento e sfruttare un’ulteriore impennata dei prezzi. Ma in questo caso tutto dipende dalla domanda e dall’offerta.

In che modo gli investitori sono spinti a investire sulle ICO?



Ovviamente tramite la pubblicità. Le piattaforme di scambio di criptovalute sono le prime a promuovere varie ICO. Ma prima ancora della pubblicità, gli investitori attivi su diversi social network (Reddit, Twitter, Telegram, ecc.) sono in genere già a conoscenza delle ICO imminenti.

Sono tre i fattori che spingono gli investitori a partecipare a una ICO:

1/ la qualità del progetto


i relativi partner e la blockchain sulla quale è lanciata la ICO. In genere, più l’importo dei fondi richiesti è in linea con le esigenze del progetto e migliore è la ICO. Delle società con piccoli progetti ma che raccolgono somme astronomiche sono in genere degli scam. Viceversa, le società con progetti molto grandi, ma che raccolgono finanziamenti in linea con le reali esigenze degli stessi, possono essere considerate delle ICO affidabili.

2/ i bonus


Dal 20% al 50%; diminuiscono sensibilmente tra la prevendita e la vendita al pubblico. Ecco perché gli investitori si precipitano in genere sul “whitelisting”.

Nella pratica, la società che ha emesso la ICO propone ad esempio 100 XXX della nuova criptovaluta in cambio di 1 Bitcoin. Gli investitori che partecipano alla prevendita usufruiscono di un bonus e possono ad esempio ricevere 150 XXX per ogni Bitcoin investito.

3/ la community che sostiene il progetto


Maggiore sarà il numero di membri che seguono un progetto e la relativa ICO e più alto sarà il numero di partecipanti alla prevendita e alla crowdsale, nonché potenzialmente quello di trader attivi sulla criptovaluta quando sarà quotata su una piattaforma di scambio.

Alcuni siti specializzati sulle ICO di criptovalute propongono degli strumenti che consentono di misurare il peso della community di un progetto su Telegram o Twitter. Vi invito a consultarne alcuni qui: ICO con il maggior numero di abbonati su Telegram o ICO con il maggior numero di abbonati su Twitter.

NB: su questi strumenti sarebbe meglio selezionare soltanto le ICO “upcoming” per le quali è ancora possibile registrarsi alla “whitelist”, in vista di partecipare alla prevendita e sfruttare un eventuale bonus (ammesso che sia presente).

I rischi legati all’investimento in una ICO



Occorre sapere che esistono numerosi “scam”, ovvero società che hanno lanciato una criptovaluta senza alcun progetto reale alle spalle. Il loro unico scopo è quello di raccogliere fondi. Evitate quindi di investire in una ICO qualunque. Prima di lanciarvi a capofitto, informatevi bene. È davvero la COSA PIÙ IMPORTANTE.

Un altro rischio è la mancata finalizzazione della ICO. In questo caso, di norma i fondi inviati andranno persi. E la società intasca tutto senza dover restituire nulla.

Da una ICO potrebbe infatti essere creata una criptovaluta che non sarà mai quotata su una piattaforma di scambio. Detenete in pratica una criptovaluta (che vale 0 o milioni di euro) che non potete rivendere.

Resta infine il rischio legato agli errori umani, ad esempio l’inserimento dell’indirizzo sbagliato sul quale ricevere i token. Oppure un tentativo di rivendere troppo presto dei token. Azioni scriteriate che vi faranno perdere l’intero investimento (ad es. un refuso quando inserite l’indirizzo di un wallet sul quale trasferire i fondi per partecipare alla ICO o un refuso quando inserite l’indirizzo del vostro wallet personale).



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